Il castello svavo-aragonese rappresenta l’elemento architettonico più illustre del luogo, dato l’adunarsi in esso di memorie legate al soggiorno di sovrani e principi di chiara fama. Edificato e fortificato dall’Imperatore Federico II di Svevia intorno all’anno 1210 su preesistenti costruzioni bizantine ed arabe, raso al suolo a seguito di una rivolta popolare nel 1233, venne ricostruito tra il 1302 e 1308 dal re Federico II d’Aragona, col quale raggiunse il massimo splendore. Egli trasformò il corpo svevo da fortezza a reggia, donandogli quell’imponenza elegante e composta che ne fanno un unicum nel suo genere, per cui il castello è costituito in alto da una piazzaforte normanno-sveva e in basso dal palatium fortificato svevo-aragonese. L’elemento più straordinario dell’intero castello è la “cappella reale”, riconoscibile come “tricora” o “cuba” di epoca bizantina, caratterizzata da tre absidi, di cui le due laterali ricavate direttamente nello spessore delle mura e da tracce di affreschi. Qui, secondo il Fazello (1490-1570), sembra abbia avuto sepoltura Arnaldo da Villanova, medico, alchimista e riformatore religioso, morto intorno al 1310 e del quale sono attestate numerose presenze a Montalbano insieme al re Federico.