La Cattedrale di Santa Maria Assunta è il duomo della città di Spoleto, sede dell’arcivescovo dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia. La sua è una storia molto variegata, in quanto non sono ben definibili le date della sua prima edificazione. Si da’ per certo che alcune donazioni fatte alla curia, intorno all’anno 1067, siano la prima fase di inizio dei lavori, anche se si suppone che il duomo fosse stato edificato sopra un vecchia preesistenza. Il Duomo di Spoleto nasce dunque come una basilica in stile romanico, presenta all’inizio tre navate, con transetto immisso. Nel Duecento i primi sconvolgimenti, dove viene eretta la facciata e terminato il campanile. Progettualmente la facciata viene ritoccata più volte, sino ad assumere la conformazione attuale di facciata a "capanna". Si può affermare dunque, che la facciata sia stata completata, così come ci è giunta oggi, nel 1207, anno in cui è stato apposto e firmato il mosaico di Solsterno. Il porticato antistante è ad opera di Antonio Barocci e della sua bottega. Esso è una aggiunta quattrocentesca, in quanto prima vi si trovava un semplice portico a carattere romanico, molto semplice nelle sue forme e con un tetto a falda. Il nuovo portico doveva contribuire a conferire al Duomo più magnificenza. Si pensò dunque di inserire tra la cappella dell’Assunta ed il campanile, un elemento composto da cinque arcate, sormontate da una ricca trabeazione ornata ed un terrazzo superiore, che permetteva di esporre durante le festività cittadine la Icone della Vergine. Come completamento, ai lati, colonne binate che inquadrano i due pergami presenti creando un elemento di chiusura architettonica perfetto. L’interno del Duomo è totalmente cambiato dal suo aspetto originario. Maffeo Barberini, fu eletto a vescovo di Spoleto e subito, mostrò l’intenzione di voler cambiare l’aspetto della Cattedrale. Diventato papa Urbano VIII poi, poté completare la sua opera grazie anche all’aiuto del nipote Francesco Barberini, a sua volta eletto a vescovo. L’interno del Duomo presenta in controfacciata, ad esempio, una grande lapide commemorativa, che celebra l’intervento dei Barberini nella Cattedrale di Spoleto. L’impianto basilicale fu così sconvolto, furono completamente ricostruite le navata centrale e le due laterali: furono sostituite le colonne romaniche con enormi pilastri di sostegno, i quali, fecero diventare la chiesa in un complesso a sei campate. Come copertura delle navate laterali si adottò il sistema delle volte a crocera. Vennero aggiunti due vestiboli ai lati dell’altare maggiore che permettevano l’ingresso alle due cappelle barocche del Sacramento e delle SS. Icone. Furono allungati i transetti per aggiungere due altari di testata e questo comportò la perdita dei vecchi transetti romanici, ad eccezione della cappella di Sant’Anna, che si trova sul transetto sinistro e non è aperta al pubblico. L’intera Cattedrale fu coperta con volte a botte alternate da unghie in corrispondenza delle finestrature a fungere sia da elemento decorativo, sia da elemento strutturale. Il Duomo fu poi completato finalmente verso la fine del XVIII secolo, quando a Giuseppe Valadier fu dato l’incarico di progettare le edicole presenti nelle navatelle, l’altari di testata dei transetti e l’altare maggiore. Il dipinto presente nel catino absidale è di Filippo Lippi (Storie della Vergine, 1467-1469). Fortunatamente salvatosi dall’idea di Urbano VIII di voler allungare la zona presbiterale, poi abbandonata per volere dei cittadini che non volevano perdere per sempre l’affascinante dipinto. Vi si trova anche la Cappella del vescovo Eroli, di Pinturicchio (1497).