All’estremità sud-occidentale della Giara di Serri, risiede una delle più importanti testimonianze dell’epoca nuragica presenti in Sardegna: è il Santuario Federale Nuragico di Santa Vittoria che, con la sua estensione e la particolarità di edifici, è meta ogni anno di un crescente numero di studiosi e turisti da tutto il mondo. Portato alla luce dal noto archeologo Taramelli agli inizi del secolo scorso, è stato ripetutamente oggetto di scavi che ne hanno messo in evidenza alcuni caratteri generali: si tratta infatti di un complesso centro religioso, politico ed economico, nel quale confluivano periodicamente le genti dei distretti nuragici vicini e lontani per celebrazioni di culto, scambi commerciali, incontro d’interesse sociale. Recenti studi dimostrano come l’area sia stata abitata fin dal bronzo medio, per poi essere frequentata anche in età punica, romana e bizantina. Monumento centrale del sito è il Tempio a pozzo, dedicata al culto delle acque, racchiuso da un recinto ellittico e costituito da una struttura isodoma di conci ben squadrati di basalto e calcare; alla camera collocata sul fondo, vi si accede attraverso una scala rettangolare, formata da venti gradoni. Di notevole rilievo sono anche il Tempio in antis inserito in un vasto isolato a corte centrale, il Recinto delle feste che accoglieva i pellegrini, la Capanna dell’ascia bipenne, e la chiesa di Santa Maria della Vittoria che preserva ancora oggi il culto cristiano in una grande festa, che ricade l’11 settembre, la quale anticamente coincideva con il rinnovo dei contratti col mondo agro-pastorale. E’ importante aggiungere che il complesso, negli scavi dei vari ambienti, ha restituito un gran numero di reperti e di bronzetti, tutti realizzati con grande tecnica, raffiguranti soprattutto uomini e animali.