Il Palagio è inserito nella struttura urbana più antica della città, nel nucleo della Civitas dove sorge la Piazza pubblica ed i palazzi delle rappresentanze civili. Il quartiere che circonda il Palagio è quello delle “Capanne” il primo nucleo abitato di Pescia. Il percorso si snoda dalla Piazza del Palagio per scendere alla vicina Chiesa dei Santi Stefano e Niccolao. Al suo interno sono da segnalare le tele del coro del 1300 e sull’abside una tela centrale di A. Bardelli rappresentante la Madonna con i Santi patroni della città (San Policronio, Santa Dorotea, e i Santi Abdon e Sennen) e in basso raffigurante Pescia. Il sagrato della chiesa a terrazza ha due rampe di scale datate 1800 attribuite allo scultore A. Cornacchini. L’adiacente Piazza Obizzi è delimitata dallo storico Palazzo Magnani e da quello Cecchi. Da una strettoia a nord della Piazza ci si immette in Via dei Forni dove è situato il Palazzo della famiglia Orlandi che nel 1211 ospitò San Francesco d’Assisi. Un dedalo, di stradine intervallate da sottopassaggi detti “cantini” è la caratteristica principale delle “Capanne”; il quartiere sorge su dei canali d’acqua dette “gore” di vitale importanza nei secoli per la vita domestica economica e sociale dei pesciatini. La strada principale del quartiere rimane la Ruga degli Orlandi che segna un “solco” nel tessuto urbano della città con nobili palazzi che si affacciano da entrambi i lati; tra tutti ricordiamo al n. 54 il Palazzo Forti dove nel 1806 nacque il famoso giurista Francesco. Il percorso si conclude nella singolare Piazza Mazzini con l’accesso dai cantini della ruga. La piazza si presenta in forma allungata ed è stata strutturata nei secoli come un “mercatale”. L’area è circondata da bei palazzi, tra cui al n. 79 il Palazzo Della Barba è che espressione di una ricca architettura rinascimentale locale. Chiude la piazza a nord il Palazzo del Vicario sede del Comune di Pescia. A sud si affaccia l’Oratorio della Madonna di Piè di Piazza di forme rinascimentali attribuite a “Il Buggiano”. All’interno della piccola e suggestiva cappella sono presenti decorazioni lignee e tavole del 1600.
La Gipsoteca Libero Andreotti, che si può definire un museo d’arte moderna, rappresenta un evento insolito nell’ambito del panorama museale italiano. Formata da 230 gessi provenienti direttamente dallo studio dello scultore, è uno dei rari esempi in cui una raccolta riesce a documentare esaurientemente l’intero arco produttivo di un artista. Il museo è nato grazie alla generosa donazione della famiglia dello scultore alla sua città natale. E’ stata inaugurata nel 1992 nelle sale opportunamente restaurate del Palazzo del Podestà, detto “Il Palagio”, risalente al XIII secolo. Le opere, presentate con un ricercato allestimento espositivo, convivono felicemente con l’edificio storico caratterizzato da grandi sale, scandite dal ritmo delle finestre e affiancate da salette più piccole. Al piano terra sono collocati i gessi studiati da Andreotti per i monumenti ai Caduti di Milano e Bolzano, che introducono e concludono il percorso museale, il quale prosegue, con un ordine cronologico di realizzazione dell’artista, al secondo e terzo piano. Al piano secondo si trova l’Archivio Andreotti che comprende manoscritti, riviste e foto d’epoca donati dalla famiglia. Il piano primo, destinato alle mostre temporanee e utilizzato anche per conferenze, permette alla Gipsoteca un’attività culturale differenziata nel tempo e nei contenuti con la realizzazione di esposizioni varie.