Floriana Palmieri ha scelto internet per far conoscere le sue produzioni artistiche con la pietra ollare (dal latino olla, che significa pentola). In antichità, questa roccia grigio-verde era usata proprio per fare pentole per cucinare e la stessa tecnica tradizionale per tornirle è ancora usata oggi.
Floriana vive e lavora in Valtellina, una profonda valle nel nord dell’Italia al confine con le Alpi svizzere, dominata in alto da picchi glaciali, famosa fra i mineralisti per la sua varietà di minerali. Finora ne sono stati classificati 280 diversi. Tra le serpentiniti che si sono formate nel periodo Mesozoico c’è una vena di pietra ollare che fa parte delle unicità qui esistenti.
«Dopo aver studiato alla Scuola superiore d’arte di Milano e alla Scuola del nudo di Brera – spiega Floriana –, ho finito con lasciarmi coinvolgere dall’interesse per questo materiale, che era di casa, visto che mia zia, Ginevra Mattioli, si era dedicata non solo alla scultura e all’incisione, ma anche al progetto di nuovi complementi di arredo».
In Valtellina, originariamente, è stata utilizzata per secoli per realizzare le pentole: lavecc e stufini oltre al foragn. Quest’ultimo funge da “frigorifero” per mantenere a lungo la freschezza del burro e del formaggio. Nel corso della sua ricerca verso nuove forme e nuove tecniche, Floriana ha trovato un’applicazione per questo materiale tradizionale nel campo dei complementi d’arredo e degli oggetti di arte. Talento artistico e abilità professionali le permettono di creare esemplari unici nel suo laboratorio dove incisioni, bassorilievi e graffiti in questa pietra sono frutto di intervento esclusivamente manuale, usando punte di acciaio, speciali scalpelli e sgorbie.
Abbinamenti ad altri materiali: titanio dipinto in elettrolisi, mosaico, vetro, terracotta, rame, argento hanno fatto sì che i suoi lavori abbiano ricevuto ampi riconoscimenti sia in Italia che all’estero. Tra i suoi premi ci sono medaglie d’argento e d’oro alla Fiera Internazionale dell’Artigianato Artistico di Firenze. Le sue creazioni sono state fra quelle scelte per rappresentare l’Italia all’Expo di Tokyo, di Brisbane e di Aichi. È stata selezionata da Artigianarte Lombardia per esposizioni in tutto il mondo: da Buenos Aires a New York, da Kyoto a Berlino a San Pietroburgo, da Bucarest a Tokyo, da Toronto a Lubiana e Città del Messico… la più recente a Città del Capo. La sua attività ha interessato anche le scuole: «Mi hanno chiamato a fare lezioni, con teoria e pratica, sulla pietra e notevole è stato l’interesse dei ragazzi che hanno avuto così un piccolo incontro col mondo del lavoro artigiano». È recente un corso indetto dall’Unione Artigiani rivolto agli adulti con lo scopo di trasmettere i metodi di lavorazione per non disperderli. Un’esperienza interessante anche per aver constatato quanto incida nella personalità di tanti, il piacere di creare con le proprie mani. Il corso ha stimolato diverse persone a intraprendere questa strada.
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