La storia di questo dolcetto ruota attorno al Monastero di Santa Cristiana, dove nasce la stessa ricetta. Era usanza, per le suore di clausura locali, di donare ai benefattori del luogo di culto il dolcetto a base di mandorle, uova e zucchero. La ricetta viene fatta risalire alla fine dell’Ottocento, anche se la leggenda la vuole antecedente, data l’antichità del monastero le cui fondamenta furono gettate addirittura nel 1286, quando Oringa Cristiana Menabuoi fondò una piccola casa religiosa basata su regole agostiniane. Negli anni Cinquanta poi, per i servizi resi al Monastero, la ricetta dell’Amaretto che era rimasta segretissima fino ad allora, venne regalata dalle suore alle proprietarie di un piccolo bar che si trovava di fronte a loro. Le due donne, Giovanna e Angiolina Pinori, soprannominate “Le Beate”, facevano da ponte fra la clausura e il mondo esterno, assolvendo anche ad importanti incombenze per la comunità. Da questo regalo si è avuto lo sviluppo dell’Amaretto, ripreso da tutti i fornai locali e oggi anche dai pasticceri, i quali ogni anno nel giorno dell’8 Dicembre si cimentano nella Festa dell’Amaretto per vincere l’Amaretto d’Oro.
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