Castel del Monte si trova ad Andria, in Puglia, lungo la costa adriatica dell’Italia meridionale, ed è situato su un’altura che domina la regione circostante. Fatto costruire nel 1240 dall’Imperatore Federico II di Svevia, il Castello rappresenta un capolavoro dell’architettura militare medievale, nonostante sia privo di alcuni elementi tipici come il fossato. Per la sua localizzazione, la precisione matematica ed astronomica della sua disposizione e la forma perfettamente ottagonale, il Castello riflette la cultura umanistica e la vasta educazione del suo fondatore: Federico II infatti, appassionato di matematica, poesia, filosofia, astronomia, era dotato di uno spirito cosmopolita, tanto da accogliere presso la sua corte studiosi greci, arabi, italiani ed ebrei. Grazie alla sua personalità di sovrano illuminato, Federico II viene considerato il precursore dei moderni umanisti e durante il suo regno l’intensa attività culturale nell’Italia meridionale si svolse in un clima di pace, tolleranza e prosperità. Il numero otto, che possiede un valore fortemente simbolico, rappresenta l’elemento caratterizzante del castello: su ognuno degli otto spigoli si innestano otto torri della stessa forma nelle cortine murarie in pietra calcarea locale, segnate da una cornice marcapiano, si aprono otto monòfore nel piano inferiore, sette bifore ed una sola trifora, rivolta verso Andria, in quello superiore. Il cortile, di forma ottagonale, è caratterizzato, come tutto l’edificio, dal contrasto cromatico derivante dall’utilizzo di breccia corallina, pietra calcarea e marmi; un tempo erano presenti anche antiche sculture, di cui restano solo la lastra raffigurante il Corteo dei cavalieri ed un Frammento di figura antropomorfa. In corrispondenza del piano superiore si aprono tre portefinestre, sotto cui sono presenti alcuni elementi aggettanti ed alcuni fori, forse destinati a reggere un ballatoio ligneo utile a rendere indipendenti l’una dall’altra le sale, tutte comunicanti tra loro con un percorso anulare, ad eccezione della prima e dell’ottava, separate da una parete in cui si apre, in alto, un grande oculo, probabilmente utilizzato per comunicare. Le sedici sale, otto per ciascun piano, hanno forma trapezoidale e sono state coperte con un’ingegnosa soluzione. Lo spazio è ripartito, infatti, in una campata centrale quadrata coperta a crociera costolonata, (con semicolonne in breccia corallina a pianterreno e pilastri trilobati di marmo a quello superiore), mentre i residui spazi triangolari sono coperti da volte a botte ogivali. Le chiavi di volta delle crociere sono diverse fra loro, decorate da elementi antropomorfi , zoomorfi e fitomorfi. Il collegamento fra i due piani avviene attraverso tre scale a chiocciola inserite in altrettante torri. Alcune di queste torri accolgono cisterne per la raccolta delle acque piovane, in parte convogliate anche verso la cisterna scavata nella roccia, al di sotto del cortile centrale. In altre torri, invece, sono ubicati i bagni, dotati di latrina e lavabo, ed affiancati tutti da un piccolo ambiente, probabilmente utilizzato come spogliatoio o forse destinato ad accogliere vasche per abluzioni, poiché la cura del corpo era molto praticata da Federico II e dalla sua corte, secondo un’usanza tipica di quel mondo arabo così amato dal sovrano. Grandissimo interesse riveste il corredo scultoreo che, sebbene fortemente depauperato, fornisce una significativa testimonianza dell’originario apparato decorativo, un tempo caratterizzato anche dall’ampia gamma cromatica dei materiali impiegati: tessere musive, piastrelle maiolicate, paste vitree e dipinti murali, di cui fra la fine del ‘700 ed i primi dell’800 alcuni scrittori e storici locali videro le tracce, descrivendole nelle loro opere. Attualmente sono ancora presenti le due mensole antropomorfe nella Torre del falconiere, i telamoni che sostengono la volta ad ombrello di una delle torri scalari ed un frammento del mosaico pavimentale nell’VIII sala al piano terra. Nella Pinacoteca Provinciale di Bari sono stati temporaneamente depositati, invece, due importanti frammenti scultorei, raffiguranti una Testa ed un Busto acefalo, rinvenuti nel corso dei lunghi restauri, che non hanno restituito alcuna traccia, invece, della vasca ottagonale posta al centro del cortile, citata da alcuni studiosi del secolo scorso. Castel del Monte possiede un valore universale eccezionale per la perfezione delle sue forme, l’armonia e la fusione di elementi culturali venuti dal Nord Europa, dal mondo musulmano e dall’antichità classica.
Riconoscimenti
Patrimonio Mondiale UNESCO
Informazioni responsabile
A poca distanza di Andria, Affacciata su di un suggestivo porto nel quale ormeggiano pescherecci caratteristici e dominata dallo slancio del suo simbolo più distintivo, quello della splendida Cattedrale romanica, la città di Trani si impone con il suo scenario mozzafiato, ricco di storia e di linee architettoniche armoniose, entrambe permeate dell’influenza di Federico II di Svevia, che rese Trani la sua fortezza marittima. La storia della città si sviluppa attraverso i secoli, divenendo protagonista del suo massimo splendore nel ‘400, secolo in cui si forma come fondamentale centro marittimo e di scambio del basso Adriatico ed accoglie un arsenale della Serenissima Repubblica di Venezia, quindi vedendosi nel ‘500 sito della Regia Udienza, momento a partire dal quale la città continuerà ad imporsi come fondamentale sede giudiziaria. Lungo un arco temporale consistente, che dal Medioevo si estende fino al ‘700, si innalzano entro i confini della città moltissimi palazzi nobiliari, che da sempre hanno contribuito a valorizzare il suo già apprezzabile patrimonio. Tra le strutture di maggior rilievo nella città è necessario menzionare il Castello Svevo, fortemente voluto da Federico II ed i cui lavori iniziarono nell’anno 1230. Le più rilevanti scelte tattiche dell’Imperatore Federico II di Svevia furono elaborate nella città di Barletta, che, dunque, non fu solo luogo per lui importante per via di volontà e sentimenti personali, bensì ebbe nella sua politica un grande spessore organizzativo e strategico. E’ proprio a Barletta, infatti, che nel 1228 si pianificò la riconquista del suo Regno contro il Papato. La città fu importante anche per il figlio di Federico, Manfredi, il quale la elesse capoluogo del suo regno, dopo essersi impossessato nel 1259 del suo castello. Maestosità ed imponenza sono le due parole chiave che racchiudono il fascino del Castello di Barletta. Appartenente all’epoca normanna, fu trasformato da Carlo V da edificio difensivo in rocca inattaccabile, circondato da un largo fossato e caratterizzato dalla presenza strategica di sotterranei.