Nel territorio di Putignano si conoscono oggi circa trenta civiltà, la più famosa e importante grotta pugliese è senza dubbio la grotta del Trullo, scoperta il 29 Giugno 1931 durante alcuni lavori di scavo. Storicamente la grotta riveste un ruolo fondamentale per la speleologia, segnando l’inizio di ogni attività di esplorazione e di ricerca scientifica in Puglia. Nel 1938 l’Ente Provinciale per il Turismo invitò il Prof. Franco Anelli affinché fossero compiute esplorazioni per localizzare altre eventuali cavità vicine, e proprio allora furono scoperte le grotte di Castellana. La grotta si presenta con una caratteristica forma a campana, sull’asse maggiore misura 29 metri e 8 metri su quello minore, la profondità massima raggiunge i 28 metri. Alla base si trova un cono detritico costituito da massi di crollo staccatisi nel corso degli anni dalla volta sui quali successivamente si sono materializzate le concrezioni stalagmitiche. Il colore rossastro con tutte le sue diverse sfumature tipico delle concrezioni nella parte più alta della caverna è dovuta alla presenza di impurezze nei cristalli derivanti dal terreno, che nella nostra zona è ricco di ossido di ferro (ruggine) e di alluminio (bauxite). Infatti la Grotta del Trullo sorge vicinissima al suolo e nella parte più alta ne è separata da uno stato di roccia di appena 1,5 metri. E’ una grotta straordinaria dal punto di vista geologico in quanto non se ne conoscono altre che presentino concrezioni cristalline a profondità così piccole. Nella parte più profonda del percorso visitabile è invece presente un’altra rarità della natura carsica: il "latte di monte". Questo è una mistura di cristallo di calcite e aragonite che creano delle infiorescenze sulla roccia, probabilmente per un fenomeno di evapotraspirazione della stessa per meccanismi non ancora del tutto spiegati dai geologi. Infine la visita alla "stanza dorata" lascia davvero sorpresi. In pochissimi metri quadrati si trova una quantità enorme di concrezioni cristalline con colori tenui sfumati tra il dorato ed il rosa. L’ambiente di formazione così favorevole ha reso alcune di queste concrezioni così lisce da apparire come delle sculture di cera.