Nel Salento sempre si incrociano storie e leggende. Cavalieri senza testa morti in battaglia combattono, muoiono e poi combattono ancora ad Otranto e poi a Muro come vuole la storia vera di Giulio Antonio Acquaviva, Conte di Conversano, colpito da un fendente che gli strappò la testa combattendo nel 1481 contro i turchi che assediavano Muro. Nel Salento s’intrecciano anche luoghi e tempi. Una scoperta vi sbalordirà entrando in un antico frantoio ipogeo datato 1602; la struttura è imponente e ricorda il durissimo lavoro svolto dai “trappitari” per vedere sgorgare l’oro liquido del Salento, l’olio. Ma non è questo, c’è molto di più. di fronte all’entrata, sul muro, dei graffiti raccontano di una città con torrioni, chiese, bandiere, di una rampa scalinata che porta alla rocca percorsa da cavalieri armati, c’è un molo ed una baia piena di barche, poi un vessillo e sul vessillo un nome: Missinia. Più in là, sempre graffiti da una stessa mano, galee da guerra, combattimenti, simboli di morte ed un cielo con cherubini e croci in cui si susseguono sole, luna e stelle per segnalare il trascorrere dei giorni. Una storia narrata, probabilmente dal “nachiro”, il capo dei trappitari, che con arte descrive una battaglia vissuta forse in prima persona. Siamo nel 1571, la flotta cristiana della lega santa, guidata da don Giovanni d’Austria e salpata dal porto di Messina, sconfigge le armate di Mehemet Alì Pascià nelle acque di Lepanto, all’ingresso del Golfo di Corinto, bloccando definitivamente l’invasione turca dell’occidente cristiano. Della lega faceva parte anche la Spagna, con i suoi possedimenti italiani, e certamente anche i signori locali dovettero mandare uomini a combattere per la causa comune, marinai certamente, marinai come i trappitari che, in quel tempo, d’estate andavano per mare e d’inverno si chiudevano nelle viscere della terra per produrre l’olio. Questa la rappresentazione della Battaglia di Lepanto, di enorme interesse storico in quanto esistono al mondo pochi quadri che la descrivono. Ma Muro non è solo questo, è tanto di più!