Piazza dei Martiri, cortile d’onore, scalone d’onore, loggia del piano nobile, salone: questo il percorso rinascimentale di accesso al palazzo che diventa – almeno per la prima parte, piazza-cortile-scalone – il percorso di accesso ai Musei. Il piano nobile restituisce questa porzione di palazzo nella forma di struttura architettonica di prestigio sul Rinascimento di Capri. e’ anche lo spazio in cui sono collocati i nuclei di pregio della collezione museale, che si integrano alla perfezione con gli spazi nobili nei quali sono esposti. Dalla loggia di primo ordine, straordinario spazio architettonico rinascimentale di influenza peruzziana, all’appartamento nobile, le cui sale affrescate a inizio Cinquecento da Giovanni de Sega e Bernardino Loschi ospitano i materiali quattro-cinquecenteschi relativi al Rinascimento a Carpi; quindi all’appartamento inferiore (anch’esso affrescato a inizio Cinquecento), destinato a sede espositiva temporanea, ma in ogni caso parte integrante del percorso museale in quanto area di pregio del palazzo; fino alle sale dell’aggiunzione estense, nell’angolo nord-ovest della loggia, in cui è sistemato il museo della Xilografia con i fogli di Ugo da Carpi. La Loggia del secondo ordine è la sede del Museo della città. Con questa denominazione si intende un percorso che attraversa la storia del territorio carpigiano dai primi insediamenti tarramaricoli (XVI sec. a.C.) fino al secolo scorso, tracciandone lo sviluppo ambientale, sociale, economico, culturale e urbanistico. Il percorso è caratterizzato da oggetti collocati su "isole" entro adeguati supporti verso la parete esterna delle logge. Dalla fase pre-urbana (loggia est) caratterizzata dagli insediamenti terramaricoli, etruschi, celtici e dalla centuriazione romana, fino alla fondazione della città; alla fase delle signorie (loggia nord), e in particolare della corte rinascimentale di Alberto III Pio; al periodo estense (dalla metà del ‘500 al Risorgimento) con in particolare due aspetti: la produzione della scagliola, con un approfondimento sulla tecnica e sulla situazione socio-culturale della città, e le figure di Ciro Menotti e Manfredo Fanti, nel più ampio contesto urbano di sviluppo economico legato alla lavorazione del truciolo. Un importante aggiornamento rispetto alla situazione museale precedente è lo sviluppo di temi relativi alla storia del Novecento, dalla lavorazione del truiciolo, alla civiltà contadina, alla resistenza, al dopoguerra e al boom industriale.