Una passeggiata nel bosco, i raggi del sole riflessi nelle acque del lago Santa Giulia, le risate dei bambini che giocano godendo dell’aria fresca di una limpida giornata di primavera, le distese auree dei campi di grano e al centro di questo quadro, dal pennello di un immaginario pittore, prende forma e vita Palazzo San Gervasio. Location ideale dell’opera prima di Lina Wertmüller “I Basilischi” (1963): simbolo di un meridione in bianco e nero caratterizzato dalla ripetitività e dalla monotonia, emblema dei paesini del sud, dove la vita va avanti senza che il protagonista ne prenda in mano le redini. Il nome di questo borgo lucano svela già in parte la sua storia: dal Palatium Regium prese il nome e intorno ad esso ebbe origine, come agglomerato di dimore per i servitori dei signori del maniero. Il castello voluto da Federico II come residenza di caccia, passione ereditata anche da Manfredi che con la medesima finalità si recò spesso a Palazzo e a Lagopesole, ha un’architettura semplice, con mura spesse e torri quadrangolari sulla facciata caratterizzata da quattro bifore e una trifora centrale. Fra gli abitanti illustri di questa cittadina figura anche Carlo I D’Angiò che la scelse, ancora una volta con Lagopesole, come residenze nel periodo dell’impegno bellico in Puglia. Alle spalle dell’edificio è possibile vedere il Palazzo D’Errico dove, fino ad alcuni anni fa, era custodita la Pinacoteca D’Errico, oggi a Matera. In realtàgli abitanti del borgo ne chiedono la restituzione, sulla base della richiesta espressamente fatta dallo stesso Camillo D’Errico di garantire che la sua collezione, fatta di 6000 volumi, 300 dipinti e 500 stampe, fosse lasciata in dono al paese.