Nell’incantevole specchio di mare compreso tra Amantea e Belmonte Calabro affiorano i due scogli di Isca, gia’ noti ai tempi di Omero. Essi hanno dato il nome ad un’area protetta, istituita nel 1991 per volonta’ del locale WWF, l’Oasi blu degli Scogli di Isca, il cui simbolo era la cernia. Ora tale Oasi è stata trasformata con L.R. n. 12 del 21 aprile 2008 in Parco Marino Regionale. Ad un miglio da Isca si trova la secca della Limoncella, la cui sommita’, a circa 15 metri dalla superficie, e’ un luogo di grande interesse per la fotografia subacquea: si possono infatti ammirare margherite di mare, madrepore arancioni, ricci e stelle marine. Sugli scogli sostano gabbiani, ballerine di mare e talvolta anche aironi; inoltre nei periodi di migrazione e’ possibile osservare il passaggio dei delfini. L’Oasi blu prima ed il Parco Marino dopo, sono stati realizzati non solo allo scopo di preservare uno degli ambienti marini piu’ suggestivi della costa tirrenica, ma soprattutto con l’intenzione di far conoscere e rispettare la natura. Per questo scopo e’ stato istituito anni fa il CEAM, Centro educazione ambientale marino, di Marina di Belmonte Calabro, che coordina anche gli interventi di soccorso ai cetacei e alle tartarughe. Nel Parco Marino e’ vietata la pesca e la navigazione a motore; e’ possibile invece praticare il seawatching, immergendosi con autorespiratori, accompagnati da guide. Si possono inoltre ammirare i bellissimi fondali senza bisogno di immergersi: il parco e’ infatti dotato di barche con chiglia trasparente in cui trovano posto i visitatori e la guida naturalistica. Insule Oenotrides o Pietre Planete in Omero o Tillesii Scopuli o Scogli di Lea con sullo sfondo il vulcano Stromboli in continua attività che gli ha valso il nome di "faro del mediterraneo", sono i nomi con cui sono stati identificati gli scogli di Isca nell’antichità. La loro esistenza è testimoniata successivamente dalla più antica fra le carte e stampe calabresi, quella del cosentino Prospero Parisi, sia nelle edizioni secentesche di derivazione maginiana, sia nel fine settecentesco Atlante Marittimo del Regno di Napoli, sia nel breve saggio di F. Salmojraghi del fine secolo scorso (dallo studio del prof. G. Lena dell’Università della Calabria). Il Parco Marino Regionale "Scogli di Isca" è un tratto di mare prospiciente l’estremità meridionale della Catena Costiera, in provincia di Cosenza, compresa tra la città di Amantea con il castello, le torri e il sottostante centro storico e il paese di Belmonte Calabro con il centro storico incastonato sulla collina e il monumento dedicato a M. Bianchi poco più sotto. L’area marina protetta istituita nel 2008 presenta la tipica flora e fauna del mediterraneo : è facile incontrare le castagnole, le donzelle, la salpe, ecc. più difficile l’incontro con le cernie; splendide sono le immagini delle margherite di mare e delle madrepore arancioni e delle praterie di posidonia. Oltre all’accentuata presenza di gabbiani, di ballerine, si possono talvolta osservare gli aironi che sostano sui due scogli. I fondali del Parco Marino raggiungono la profondità massima di 25 metri. Anche se di piccola estensione, questo Parco Regionale racchiude un universo marino di grande interesse, ma soprattutto fa parte di quella piccola avanguardia di aree protette marine (la Regione Calabria ha istituito ben 5 Parchi Marini) che hanno l’importante compito di promuovere la bellezza e la significatività di parchi e riserve marine in un paese come l’Italia che ha quasi 8.000 km di coste. Il Parco si apre intorno agli scogli di Isca, vestigia di un antico promontorio, che si inabissano fino ad incontrare a 20 m di profondità un magnifico fondale. L’incontro tra rocce sommerse e una distesa di sabbia, oltre alla tutela che vi è garantita, rendono la vita marina eccezionalmente ricca con , ricci, spirografi, gorgonie, margherite di mare e paramuricee che vivono attaccate agli scogli multicolori tra cui si nascondono anche aragoste, polpi, scorfani rossi molto mimetici e si scoprono madrepore arancioni, stelle marine e, nelle tane in profondità, persino grandi cernie. Sulla sabbia cresce una vasta prateria di posidonia, vera e propria foresta sottomarina popolata di donzelle pavonine, saraghi, cefalotti dorati e occhiate, da branchi di castagnole e di salpe dai riflessi verdastri. Nella zona si avvistano anche interessanti cetacei come delfini e stenelle e la rara tartaruga marina. La costa dell’oasi, da cui si avvista in lontananza l’isola di Stromboli e in cui si trova la Torre Barbarie, del XV secolo, è frequentata da numerosi gabbiani reali e gabbiani comuni.