Il Santuario della Via Crucis (le Capèle in dialetto camuno) è un edificio posto di fianco alla chiesa parrocchiale di Cerveno, in Val Camonica,e conserva le 14 stazioni di un capolavoro dell’intaglio ligneo del ‘700, l’opera più nota e importante di Beniamino Simoni (1712-1787). Le quattordici cappelle sono raccolte ai lati di una scalinata. Il numero totale delle statue è di 198 e raffigura l’imponenza del lavoro, durato ben più di un decennio, e realizzato “ad hoc” in una ideale salita come la Via dolorosa al Calvario.I Le stazioni sono composte da gruppi scultorei in legno e gesso, in gran parte opera dello scultore Beniamino Simoni. Le stazioni VIII –IX – X sono state completate dai nipoti del Fantoni, mentre la XIV è dell’artista milanese Selleroni. Gli affreschi alle pareti sono dello Scotti e dei fratelli Corbellini. L’entrata abituale al Santuario avviene attraverso la porta principale della chiesa parrocchiale, che si apre di fronte alla prima cappella; la altre stazioni seguono sul muro settentrionale in discesa e poi risalgono sul lato opposto fino alla grande cappella della Deposizione. Lo scultore Beniamino Simoni,si avvale di due differenti tecniche scultoree: utilizza l’intaglio del legno e la modellazione dello stucco; solo nel caso della figura del “moro” nella prima cappella coesistono: il busto e le gambe sono in stucco mentre la testa e la mano sinistra sono intagliate nel legno. Sappiamo dai registri contabili parrocchiali che una scultura a tutto tondo in legno veniva considerata più preziosa di una in stucco e pagata esattamente il doppio.Le sculture sono ricavate da un tronco principale, spesso di notevoli dimensioni, accuratamente scavato dal retro al fine di alleggerirlo e di evitare tensioni interne. Dopo una prima fase di sgrossatura e una seconda di rifinitura per rendere la superficie del legno abbastanza omogenea, si copriva con uno strato di gesso e colla animale prima di procedere alla stesura dei colori. Da notare che le statue sono state lavorate calcolando perfettamente la parte che doveva essere visibile per una fruizione di tipo “teatrale” e finite solamente in queste zone; osservando le sculture dall’ interno delle cappelle, si notano i particolari solamente sbozzati e lasciati incompleti anche sui volti di alcune figure.