La storia dello Stabilimento Pedrocchi è strettamente connessa a quella di Padova. Nato dalla felice intesa tra Antonio Pedrocchi e Giuseppe Jappelli, l’edificio rappresentò nell’800 il cuore della vita sociale e culturale cittadina. Gli ambienti del piano terreno, adibiti a caffè e inaugurati nel 1831, vennero modificati dopo l’annessione del Veneto al Regno d’Italia: ancora oggi la sala verde, la sala bianca e la sala rossa rendono omaggio al nostro tricolore. L’episodio più noto legato allo Stabilimento e alla vicina Università risale all’8 febbraio 1848, giorno in cui studenti e cittadini padovani si ribellarono ai dominatori austriaci. Tale avvenimento costituì il preludio alla prima guerra d’indipendenza e alla “primavera dei popoli” europea. Durante lo scontro gli insorti trovarono rifugio all’interno del Pedrocchi e del Palazzo del Bo, sede dell’Ateneo. Tuttora nella sala bianca del Caffè permane traccia di un proiettile sparato in quella circostanza. Nel 1842, in occasione del Quarto Congresso degli Scienziati Italiani, vennero inaugurate le sale del Piano Nobile, concepite con la funzione di ridotto, luogo di incontro di patrioti, letterati, artisti e uomini di cultura. Gli ambienti presentano stili differenti (etrusco, greco, romano, ercolano, rinascimentale, moresco, egizio) e ruotano attorno alla sala da ballo intitolata a Gioachino Rossini. Essa è detta anche napoleonica per la presenza, sulle pareti, di piccole api dorate, simbolo dell’imperatore. Morto Antonio Pedrocchi, lo Stabilimento passò al figlio adottivo Domenico Cappellato Pedrocchi il quale, privo di eredi, legò l’edificio al Comune di Padova (1891). Dal 2004 le sale del Piano Nobile ospitano il Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea: l’esposizione abbraccia più di un secolo e mezzo di storia, dal tramonto della Repubblica veneta (1797) alla Costituzione italiana (1° gennaio 1948), dando ampio spazio alle personalità e agli eventi locali più rappresentativi, sullo scenario dei fatti nazionali.