L’area di Trentova è tutt’oggi un paesaggio vivente. Testimonianza eccezionale di tante tradizioni culturali e di civiltà viventi e scomparse costituisce un esempio straordinario di paesaggio culturale. E’ il punto di arrivo di incantevoli percorsi di trekking che collegano gli approdi naturali della costa con la diroccata Chiesa di San Giovanni il cui impianto è databile al 957. Il pianoro costiero chiamato anche Saùco, conserva, un imponente muro di terrazzamento, ben visibile dal mare, pertinente ad una villa romana di età Repubblicana, costituito da blocchi di arenaria. Scavi della fine degli anni ’70 hanno portato alla luce, al di sotto del rudere di un casale settecentesco, alcuni ambienti della villa e numerosi reperti romani. Materiali greci, rinvenuti in più punti sono invece riferibili alle più antiche fasi di occupazione dell’area. Dal tratto di mare antistante provengono ancore arcaiche e romane ed anfore etrusche, greche, romane e tardo antiche, testimonianza dell’utilizzo continuato dell’approdo in diverse epoche ed attualmente esposti nel costituendo museo civico. Presso la suggestiva baia di Trentova sorge lo scoglio di San Francesco, . Lo scoglio dove S. Francesco parlò ai pesci, Un luogo meravigliosamente mistico. Frate Francesco arrivò presso la suggestiva baia di Trentova, in compagnia di un confratello. Avevano predicato al popolo di Pollica e si apprestavano a risalire la costa. Non si hanno notizie su chi lo abbia ospitato sin dalle prime ore dopo il suo arrivo. Certo è l’umile Frate una volta arrivato ad Agropoli, intese subito iniziare a predicare, pur accorgendosi dell’indifferenza nutrita nei suoi confronti dalle genti locali, ormai quasi irrimediabilmente scristianizzate. S. Francesco si spostò su di un costone di roccia e iniziò a pregare con i pesci. Una moltitudine di pesci accorse così dalle immensità marine e si raccolse intorno all’improvvisato pulpito per ascoltare le parole del Santo. Sullo scoglio una grande croce e una lapide con questa iscrizione “Da questo scoglio, sacro pulpito di fortuna, alla presenza di un popolo incredulo, nella primavera 1222, S.Francesco d’Assisi parlò ai pesci. Un posto dove la natura si fonde col divino, regalando magiche emozioni.